venerdì 25 maggio 2018

IL VENOM CHE TI SCORRE NELL'ANIMA

Articolo di Riccardo Sciarra - Scrittore e sceneggiatore
Illustrazione di Nicola Perugini
«Ciao, tesoro...». Nell’ombra, un ghigno malvagio. «...Sono tornato!». Mary Jane Watson crede che ad attenderla nel loro appartamento coniugale ci sia Peter Parker, invece... «Era uguale a te», dice lei abbracciando disperata il marito, «[era uguale] all’Uomo Ragno!». «Mary Jane è una delle donne più forti che conosco», rimugina il nostro amichevole Uomo Ragno di quartiere, «che razza di mostro può averla ridotta così?». Quel mostro di cui entrambi i protagonisti ignorano l’identità è Venom, che dopo brevi e fugaci apparizioni, nel numero 300 della collana The Amazing SpiderMan fa la sua terribile entrata in scena.
Il maggio del 1988 rimarrà come uno dei momenti più angoscianti della lunga vita fumettistica di Peter Parker, messo di fronte a un villain che rappresenta letteralmente il suo lato oscuro. «A-aveva addosso un costume! M-ma era grande e grosso... come un culturista!», spiega MJ, turbata nell’animo e violata nell’intimo della propria abitazione: la figura snella e scattante dell’Uomo Ragno lascia spazio a muscoli enormi, giganteschi. E, a proposito del costume, in quel periodo Spidey indossa un costume a fondo nero con ragneschi dettagli bianchi, ma questa è un’altra storia che è possibile cominciare a seguire leggendo Secret Wars 8 uscito nel dicembre dell’84: è in quell’occasione che Peter trova il costume mutaforma che poi abbandonerà quando si rivela essere un simbionte alieno. Un villain che necessita di morbosa simbiosi per sopravvivere, Venom.
Un essere abbietto e colmo di risentimento, Venom. Il veleno della rabbia che gli scorre dentro gli annebbia la mente e gli fa vedere solo un nemico: Peter Parker, l’Uomo Ragno. Quando Eddie Brock, organismo ospite e identità umana di Venom, vede la sua carriera giornalistica arrivare al capolinea per colpa (secondo lui) di Peter Parker, ha una rivelazione: «Un’ombra si avvicinò e mi accarezzò. Si fuse con me. Era un’ombra piena di luce. Illuminò la mia angoscia, chiarì i miei propositi. Il suo odio per te rivaleggiava con il mio. Sapeva chi eri. E possedeva un tale potere».  Di forza sta quindi parlando il muscoloso Eddie a Peter, dell’angoscia del simbionte che si è sentito abbandonato da Spidey come un’amante al termine di una storia d’amore. E quella tenebrosa luce caratterizza il personaggio da capo a piedi, rendendolo simile all’Uomo Ragno, ma completamente differente.
Il simbolo c’è, ma non l’ideale che rappresenta. Gli occhi ci sono, ma al di sotto fanno bella mostra dei violenti denti aguzzi. «G-gli era cresciuta una bocca, Peter! Sulla sua maschera! Una bocca!»: l’esperienza perturbante di MJ risiede nello scarto tra la figura rassicurante di suo marito l’Uomo Ragno e la minacciosa personalità di Venom, un villain che spaventa perché conosce bene l’eroe e può colpirlo dove fa più male. E senza fargli scattare il senso di ragno.

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