IT (Regia Andrés Muschietti)
Target: Adulti
Mettiamo in chiaro una cosa: il libro di Stephen King è un tale capolavoro di orrore e formazione che operare qualsivoglia paragone è a dir poco inutile.
Chiarito il presupposto, l’IT diretto da Andrés Muschietti è un buon film dell’orrore. Buono nel senso che risponde con soddisfazione ai presupposti che le migliori pellicole del genere si pongono.
La linea narrativa di base porta la firma del RE e tanto basta: In una cittadina della provincia americana una creatura che assume varie forme (la sua preferita è un certo Clown di nome Pennywise) si diletta a spaventare e divorare poveri bambini inermi.
Muschietti sposta l’azione dai mitici anni 50 di King ai più confortevoli e attrattivi anni 80, strizzando l’occhio alla passione vintage per quel periodo che, dopo “Stranger Things”, è diventata religione. I giovani attori che compongono il Club dei Perdenti sono di una bravura invidiabile e riescono a farsi voler bene. Tutti, compreso il folle e violento Henry Bowers. Bill Skarsgård, nei panni dell’orribile Clown, si tramuta in icona istantanea, riuscendo a competere con un gigante come Tim Curry (l’attore che interpretò Pennywise nella miniserie del 1990) e spostando di molto l’asticella di sopportazione per qualsiasi coulrofobico che si rispetti.
C’è poco sangue ma solide scene da salto sulla sedia. Dove viene meno la componente filosofica del libro, Muschietti opera un gioco di citazioni che fungono da zuccherino per l’immancabile amaro in bocca di molti. I puristi del libro potrebbero rimanere delusi, l’indignazione riempire conversazioni sui Social Network ma, nell'insieme, è un film girato bene. La tensione è ben costruita e porterà molti di voi a mettersi le mani davanti agli occhi e a raccontarsi le scene più turpi per giorni. Per un film dell’orrore è un risultato da applauso.
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